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Stupidistan | Intervista con Stefano Amato

Con Stupidistan il siciliano Stefano Amato ha scritto forse il libro dell’anno. Stupidistan è satira sociale sotto forma di letteratura, attraverso la quale racconta un futuro apocalittico con la Sicilia staccata dall’Italia. Uno stato anarcoide senza tasse, regole, scuole, ospedali, con i suoi cittadini incollati al loro folblet, il cellulare del 2050, gran bevitori di bibite gassate e mangiatori di carne (in particolare di cavallo), analfabeti che considerano cose da gay (ovviamente chiamati in modo diverso) andare in bici e leggere libri. Anzi, chi legge libri finisce dritto in manicomio.

Stupidistan
Stupidistan

Finire in manicomio perché lettrice, è quello che capiterà a Patty, eroina del romanzo. Ma non voglio svelare altro: Stupidistan va letto sapendo poco o niente della trama, per gustarselo al meglio. Coraggiosa la scelta di mandarlo in libreria da parte di Marcos y Marcos, con la quale era già uscito il romanzo precedente del giovane autore di Siracusa, Bastaddi, nel 2015. Coraggiosa perché Amato mette alla berlina un’intera regione, estremizzando comportamenti illegali, antisociali, antiambientali, in una parola semplice: stupidi.

La realtà che racconta, estremizzandola in modo surreale e situazionista, è in Sicilia perché lì vive l’autore, ma il romanzo potrebbe essere ambientato in qualsiasi altra parte d’Italia, anzi, in qualsiasi altra parte del pianeta. Bene mettere in luce i difetti della propria regione, perché chi ama la propria terra non l’incensa acriticamente, ne mette invece in luce le pecche. Se nel contempo fa anche buona letteratura, meglio. Secondo me Stefano Amato ha fatto entrambe le cose. Per questo ho chiesto a lui un’intervista, che ha gentilmente accettato. Ecco cosa mi ha rivelato.

Come è nato Stupidistan?

Stupidistan è nato dall’osservazione della realtà che mi circonda in Sicilia, dove abito. Una realtà che mi sembra stia andando ogni giorno maggiormente fuori controllo. Sono sempre più le persone che si rifiutano di seguire le regole, perfino quelle scontate del vivere civile. La Sicilia deve fare i conti con un alto abbandono scolastico, con un numero sempre maggiore di NEET (quelli che non studiano, non lavorano, non apprendono un mestiere), con la fuga dei cervelli, o comunque di chiunque abbia un minimo di ambizione di vivere una vita normale in un posto normale, dove i rifiuti vengono smaltiti nel modo corretto, i mezzi pubblici funzionano, lo Stato è presente. Così un giorno mi sono chiesto: cosa sarebbe di questo posto se, a forza di seguire questa tendenza, a un certo punto i peggiori diventassero la maggioranza assoluta della popolazione? Ho immaginato il risultato e poi ci ho ambientato una storia in cui ho portato alle estreme conseguenze la realtà che mi circonda.

Perché un titolo così particolare?

Stupidistan è il nome con cui tutto il mondo chiama, nella finzione del romanzo, la Sicilia del futuro che racconto. Una Sicilia in cui nessuno mette più piede perché troppo pericolosa da tutti i punti di vista. Perfino l’Italia l’ha isolata, quasi spaventata che l’epidemia di stupidità che ammorba la Sicilia possa essere, oltre che pericolosa, anche contagiosa. Per questo la protagonista, Patty, condotta in Stupidistan da Roma contro la sua volontà, non vede l’ora di scappare via.

Perché l’hai ambientato in Sicilia? Stupidistan secondo me è tutta Italia …

È vero, l’ondata di stupidità sta travolgendo tutta l’Italia, forse tutta l’Europa, o magari tutto il mondo (guarda gli Stati Uniti, per esempio, dove non è che se la passino meglio). E però mi sembra che la stupidità siciliana raggiunga vette più alte, appartenga a un ceppo più grave. Cose nel resto d’Italia ormai date per scontate, qui non lo sono affatto. Mi riferisco di nuovo allo smaltimento e al differenziamento dei rifiuti, per fare un esempio: nel resto d’Italia, tranne qualche eccezione, mi sembra che il processo funzioni bene, spesso da decenni. Qui siamo ancora con i sacchetti buttati sui marciapiedi. Prendere i mezzi pubblici qui è un’impresa, andare in bicicletta da pazzi, eccetera. Per non parlare del fenomeno mafioso, che secondo me può prosperare solo in un posto profondamente, irrimediabilmente stupido.

L’atmosfera è surreale, ma sicuramente nata dall’attenta osservazione della realtà. Quanto c’è di vero e personale e quanto c’è di puramente inventato?

Tutte le caratteristiche che ho immaginato in Stupidistan sono un’esagerazione di quanto vivo ogni giorno in Sicilia. Poi è chiaro che ho calcato la mano in certi aspetti inventati per rendere la storia più surreale e comica possibile. Ma ripeto, tutto parte dalla realtà: la dieta degli abitanti di Stupidistan, i loro vizi, i loro tic verbali estremamente volgari. Parte tutto da una base realistica, al punto che rischia di rivelarsi una triste profezia del futuro.

Bastaddi
Bastaddi

Marcos Y Marcos come editore ancora una volta. Come mai ancora con loro? Proseguirà il rapporto con questa bella casa editrice?

Sono contento che il libro sia uscito con la Marcos y Marcos sia perché secondo me la storia si adatta bene al loro catalogo, che conosco; e sia perché Stupidistan e Bastaddi (il mio libro uscito precedentemente per loro) mi sembra che formino una bella coppia, sono quasi ambientati nello stesso universo, hanno delle caratteristiche in comune, e quindi sono felice che vivano sotto lo stesso tetto.

Stupidistan si presterebbe bene anche a diventare un film. Con quale regista e quali interpreti lo vedresti trasformato in pellicola?

Come interpreti non saprei, non conosco molti attori a parte i più famosi (forse Isabella Aragonese nel ruolo di Patty?). Come regista non ho dubbi: uno che potrebbe portare sullo schermo Stupidistan è Franco Maresco.

Progetti futuri?

È prevista l’uscita di un altro libro per ragazzi nei prossimi mesi, poi tornerò alla vita frugale e asociale di sempre, l’ideale per attendere un’idea per una nuova storia.

Diego Alligatore

Diego Alligatore è critico rock del web dalla lontana estate del 2003, quando ha iniziato a scrivere di rock indipendente italico sul portale della nota agenda Smemoranda. Da allora non ha più smesso, intervistando e recensendo centinaia di gruppi dell'underground di casa nostra, oltre che su Smemoranda.it anche sul BLOG DELL'ALLIGATORE, su Frigidaire e Il Nuovo Male cartacei. A gennaio 2018 fonda con la sua compagna Elle L'ORTO DI ELLE E ALLI, sito di orto bio e culture alternative, cose curate insieme con passione autentiche. In tutti questi posti non ha mai dimenticato che anche la letteratura può essere rock, parlando con giovani scrittori italici, recensendone libri, incontrandoli in alcune presentazioni. Nel 2021 è uscito con Arcana il suo "Giovani, musicanti e disoccupati", libro di interviste a musicanti indipendenti durante il lockdown del 2020. Cosa fa su MeLoLeggo? Continuerà a cercare giovani autori, parlando con loro di buoni libri, perché la vita è troppo breve per sprecarla con cattive letture.

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