Il concerto dei pesci, di Halldòr Laxness
“Il concerto dei pesci”, di Halldòr Laxness
“Il concerto dei pesci”, romanzo tradotto da Silvia Cosimini ed edito in Italia da Iperborea, casa editrice specializzata nella pubblicazione di letteratura nordica, è un libro di vetro, un acquario gigantesco o anche solo una di quelle sfere da negozio per turisti dentro le quali viene ricostruito un pezzo della città amata da far ammantare di neve dopo una leggera scossa. L’Islanda è lì, immersa nei suoi colori, immensa di prati, fredda e diversa da tutto ciò che si può, ma non si sa, immaginare.
L’autore, Halldòr Laxness, uno dei più importanti esponenti del panorama letterario islandese e premio Nobel nel 1955 per la letteratura, ci presta gli occhi di Alfgrìmur, un ragazzino con quattro nomi, nessun genitore, due nonni e tanto acume che perlustra il mondo adagio adagio, per nulla intimidito ma certamente attento ad ogni cosa.
Nulla ha i confini in cui si è soliti imbattersi, né i colori, né i pensieri, tanto meno la morte o le parole. Un ordine c’è, ma appartiene al singolo, al vento, ai fiori del cimitero… e i pesci, quelli, rimangono zitti a boccheggiare, mentre nell’aria si diffonde quell’unica nota.
Grazie a Laxness e al suo Alfgrìmur esploriamo un paese che è spesso lontano e che percorre, solitario e isolato lassù nel nord, un’orbita culturale differente, a cui generalmente non abbiamo accesso. Vi è la scoperta di modi a noi estranei di essere genitori, figli e nonni, di festeggiare e affrontare la vita, ma anche la riscoperta di un attaccamento alla natura, al mondo agreste, che è per tutti un atavico ricordo.
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