Il castello invisibile, di Mizuki Tsujimura
Kokoro ha 13 anni e scompare ancor prima di scomparire davvero. Kokoro a scuola non ci va più, è troppo difficile, e alla compagnia dei suoi compagni, feroci come alcuni ragazzini sanno essere, preferisce quella più rassicurante della televisione. Kokoro ha paura di uscire, di affrontare un mondo che per lei non sembra essere affatto accogliente. Trascorre le giornate così, sola, immersa nei suoi pensieri e sotto lo sguardo preoccupato ed esasperato di una madre e un padre che non riescono a capirla e a comunicare con lei.
Nel grigiore che pare possa prendere totalmente il sopravvento, accade l’impensabile, una magia: Kokoro scompare da quel mondo pieno di doveri e adulti distanti e viene risucchiata dallo specchio di camera sua, ritrovandosi in uno strano e misterioso castello. È lì che incontra la Signora Lupo, un essere senza tempo con le fattezze di una bambina e il viso celato da una maschera da lupo, e altri sei ragazzi che, come lei, hanno lasciato la scuola in quell’altro mondo, quello pieno di doveri e di adulti che si preoccupano. Ed è lì che inizia a vivere e a scoprire una vita diversa.
La Signora Lupo propone a Kokoro e agli altri ragazzi una sfida, una caccia al tesoro il cui fine ultimo è riuscire a trovare la Stanza dei Desideri. Chi vincerà, potrà chiedere che il proprio desiderio venga esaudito.
Inizia così Il castello invisibile, il romanzo di Mizuki Tsujimura uscito per la DeA Planeta Libri con traduzione di Bruno Forzan. Una storia raccontata con uno stile semplice, chiaro e diretto e che ruota attorno a un tema forte che nel nostro paese ha ancora scarsa eco, quello degli hikikomori, ovvero quelle persone che, per timore nei confronti del mondo esterno, scelgono di isolarsi, finendo per vivere chiuse nella propria stanza. Un tema che l’autrice tratta con estrema delicatezza e sensibilità, creando con la sua penna, pagina dopo pagina, una dimensione nuova in cui si rimane sempre in bilico, a metà tra la realtà e la fantasia. E in quella dimensione, in quel mondo che è un po’ una via di mezzo e che sembra rispondere a regole differenti, Kokoro ti prende per mano e ti porta con sé in questo suo viaggio.
Il castello invisibile è una storia di crescita e di amicizia, una lettura bella e toccante, un invito a sperare e lottare. E poi fa questa cosa: trasmette coraggio; e di coraggio, secondo me, non ce n’è mai abbastanza.