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Madelief – I grandi, buoni giusto per farci il minestrone

Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di Pippi Calzelunghe.

Ecco, come sospettavo. Tutti informati. E allora, proviamo a immaginare una Pippi un po’ più convenzionale dell’originale, trasportiamola nei Paesi Bassi, ma portandoci dietro quel pizzico di fantasia che non dovrebbe mai mancare nel mondo dei bambini.

Madelief – I grandi, buoni giusto per farci il minestrone

Il risultato? Madelief, il simpatico personaggio creato dalla penna di Guus Kuijer, uno dei principali autori per ragazzi del mondo contemporaneo.

La serie Madelief rivive finalmente in Italia, portata in libreria da Camelozampa con la traduzione di Valentina Freschi e i pimpanti disegni di Marta Baroni.

La serie di Madelief promette bene. D’altra parte, Kuijer è un autore pluripremiato, infine anche col massimo riconoscimento mondiale nella letteratura per ragazzi: l’Astrid Lindgren Memorial Award del 2012.

Siamo al secondo volume edito in Italia – il primo è stato Madelief – Lanciare le bambole, e per me sicuramente una piacevole scoperta.

Madelief si trasferisce in una nuova città, insieme alla mamma. Ovviamente, il suo umore sprofonda perché è costretta a lasciare amici, ambienti conosciuti per andare in un luogo del tutto ignoto e, all’apparenza, privo di interessanti novità. Per fortuna, però, nella sua vita compaiono la simpatica baby sitter Mieke, una casa abbandonata che subito attira la sua curiosità, e un nuovo amico.

Madelief, sulle ali della fantasia, vola e si sente a suo agio.

E così s’imbarca per viaggi immaginari che, forse, immaginari non lo sono del tutto. La sua sincerità, l’ironia e l’entusiasmo catturano subito tutti, nessuno riesce a resisterle a lungo.

E forse l’essersi trasferita in un posto nuovo non è più la grande tragedia che credeva all’inizio.

La scrittura è fluida, semplice l’impatto. I capitoli scivolano con personalità e il libro dipana continuamente piccoli misteri che Madelief tenta, di volta in volta, di svelare.

Inoltre, una piacevole impressione mi ha suscitato anche lo stile di scrittura, con l’uso del presente. Per me la scelta più azzeccata. Il presente è infatti un linguaggio dinamico, d’azione, che non lascia spazio a pause e forse è l’arma migliore per catturare l’attenzione dei piccoli lettori.

E, credetemi, non tutti gli autori ne sono capaci.

Buona lettura.

Enzo D'Andrea

Enzo D’Andrea è un geologo che interpone alle attività lavorative la grande passione per la scrittura. Come tale, definendosi senza falsa modestia “Il più grande scrittore al di qua del pianerottolo di casa”, ha scritto molti racconti e due romanzi: “Le Formiche di Piombo” e "L'uomo che vendeva palloncini", di recente pubblicazione. Non ha un genere e uno stile fisso e definito, perché ama svisceratamente molti generi letterari e allo stesso tempo cerca di carpire i segreti dei più grandi scrittori. Oltre che su MeLoLeggo, scrive di letteratura sul blog @atmosphere.a.warm.place, e si permette anche il lusso di leggere e leggere. Di tutto: dai fumetti (che possiede a migliaia) ai libri (che possiede quasi a migliaia). Difficile trovare qualcosa che non l’abbia colpito nelle cose che legge, così è piacevole discuterne con lui, perché sarà sempre in grado di fornire una sua opinione e, se sarete fortunati, potrebbe anche essere d’accordo con voi. Ama tanto la musica, essendo stato chitarrista e cantante in gruppi rock e attualmente ripiegato in prevalenza sull’ascolto (dei tanti cd che possiede, manco a dirlo, a migliaia). Cosa fa su MeLoLeggo? cerca di fornire qualcosa di differente dalle recensioni classiche, preferendo scrivere in modo da colpire il lettore, per pubblicizzare ad arte ciò che merita di essere diffuso in un Paese in cui troppo spesso si trascura una bellissima possibilità: quella di viaggiare con la mente e tornare ragazzi con un bel libro da sfogliare.

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