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In libreria: Dove non si tocca, di Gaia Formenti

Dove non si tocca
Dove non si tocca

Ha solo due anni la bambina di Dove non si tocca quando per la prima volta viene lasciata sola dalla madre. Ed è come se l’avesse perduta per sempre.

Il distacco materno è l’immagine che Gaia Formenti ha scelto come prologo del suo vibrante romanzo di formazione. Il viaggio nel mare aperto dei sentimenti di una bambina di Milano, dall’infanzia alla soglia della pubertà. Un diario tenero e struggente sul tempo e sulla fatica del crescere, scritto con parole lievi che divertono e commuovono. Come la sua piccola protagonista, capitano coraggioso dallo sguardo emozionato e mosso che scopre il mondo per la prima volta.
E noi con lei.

Dove non si tocca comincia così:

Così adesso siamo soli io Barbie e Ken.
È un giorno di pioggia.
Quando piove spalanco la finestra perché mi piace sentire il rumore delle gocce sulle superfici.
Mamma me la chiude perché ha paura che prendo freddo e che l’acqua entri dentro e bagni il parquet.
Ma oggi mamma non c’è e allora spalanco la finestra e anche le persiane e siccome non ci arrivo devo salire sulla sedia e se mamma mi vedesse si metterebbe a gridare.
Barbie mi guarda con la sua bocca rosa socchiusa e con gli occhioni azzurri spalancati orlati di ciglia abnormi.
Ken se ne sta riverso sul letto con la sua mascella squadrata schiacciata sul cuscino.
Cosa farebbero Barbie e Ken in un pomeriggio noioso di pioggia?

 Li faccio passeggiare sul cornicione della finestra, mano nella mano.
Fanno avanti e indietro per un po’, come gli adolescenti il sabato sera nei paesini di provincia, ma dopo un po’ non passa nessuno, la vista non è un granché, e nonostante la pioggia l’atmosfera inizia a mancare un po’ di romanticismo. 

Decidono di andare in riva al lago.
Ken pesca con ago e filo mentre Barbie si siede sul bordo del lavandino e con i piedi sciacquetta nell’acqua.
Il tappo però è sbeccato e l’acqua piano piano viene inesorabilmente risucchiata lasciando i pesci a secco e Barbie annoiata sul bordo del lago.

Barbie allora si esibisce in un balletto classico sui tasti del pianoforte mentre Ken se la guarda appoggiato al metronomo.
Lei piroetta e salta da un tasto nero all’altro, però si capisce che lui è perso nei suoi pensieri, forse avrebbe voglia di qualcosa di più emozionante, forse è stufo che Barbie sia sempre così centrata su se stessa.

Allora vanno a fare la spesa al supermercato e comprano un sacchetto di pezzetti di lego da cucinare sopra una pentola su un fornello di pongo.
L
ui se ne sta seduto sul divano e lei sfrigola il lego sul pongo.
Poi penso che forse il vestito da ballerina non è adatto per cucinare e potrebbe sporcarsi, quindi le tolgo il tutù e la Barbie rimane solo con la maglietta, mentre Ken legge un giornale di post-it.

Lei si avvicina per portargli la cena, lui scosta il giornale e la vede così, nuda di sotto, cosa che lo coglie di sorpresa.
Forse non l’ha mai vista così.
A me non sembra un granché, le giunture delle cosce attaccate al busto, mi ricorda un po’ i polletti che compra mia nonna la domenica in rosticceria, quelli ancora da cuocere.
Ma a lui deve piacere perché butta il giornale sul divano, le si avvicina e la bacia intensamente.
Barbie non se la aspettava e lascia cadere il piatto con la cena per terra.
Poi Ken le toglie la maglietta rivelando dei seni sodi e senza capezzoli.
Adesso tocca a lui ma prima la bacia di nuovo e le mette le mani dietro la schiena, cingendola appassionatamente.
Si leva la maglietta e anche i pantaloni e rimangono nudi, l’uno davanti all’altro, senza sapere come sono arrivati a quel punto.

Per un attimo rimangono bloccati e non sanno cosa fare.
Ma non si può tornare indietro.

Gaia Formenti nasce nella notte del 19 gennaio 1985.
La neve è così alta che sfiora i nasi. Seguono estati fatte di biro masticate, ginocchia sbucciate, libri sul pavimento. Inverni di lezioni al Conservatorio Verdi, corse all’Università, bisbigli alle proiezioni della Scuola di Cinema. E biro masticate.
A 26 anni partecipa alla raccolta poetica della rivista “L’immaginazione” (Manni Editore) e nello stesso anno viene selezionata al premio poetico Cetonaverde Poesia. Tra il 2012 e il 2013 insieme a Lidia Ravera e Chiara Mezzalama è una delle voci del romanzo a puntate pubblicato sulla rivista “Leggendaria”.

Ancora allena le dita sul violino e sogna le macchine volanti di Miyazaky. Vive a Milano. Ma se chiude gli occhi vede l’erba alta dell’Ariège. Dove non si tocca è il racconto della sua infanzia.

Redazione

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