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Recensione: Senilità, di Italo Svevo

Italo Svevo
Italo Svevo

Senilità è il secondo romanzo scritto da Italo Svevo, pubblicato nel 1898, che però non fu accolto favorevolmente dal pubblico. In questo romanzo l’autore affronta il tema dell’inettitudine che viene incarnata in modo magistrale dal personaggio di Emilio Brentani. La sua inettitudine lo porta infatti a essere egoista e a pensare che il mondo ruoti intorno alle sue esigenze, a essere un debole che per nascondere questo suo lato mente e inganna se stesso e gli altri, a essere un eterno indeciso sempre in lotta tra i desideri e l’incapacità di goderne pienamente.

Il protagonista è un uomo di trentacinque anni che vive una vita triste e monotona insieme a sua sorella, Amalia, che non essendosi sposata ha dedicato la sua vita ad accudire il fratello.

Un giorno nella sua vita entra la bella e giovane Angiolina e improvvisamente tutto cambia. Finalmente la sua esistenza si anima e anche lui potrà avere la possibilità di beneficiare di quei piaceri che, secondo lui, la vita gli ha negato.

Emilio non vuole una storia impegnativa ed è sicuro che riuscirà a mantenere il controllo della situazione. Piano piano però, malgrado i propositi iniziali, si trova invischiato in qualcosa che non riesce a gestire perché incapace di vivere fino in fondo il suo sentimento. Ben presto si rende conto che Angiolina non è quello che sembra: è una donna furba, infedele e bugiarda, alla quale piacciono contemporaneamente diversi uomini, tra cui il Balli, un caro amico di Emilio e esattamente ciò che lui vorrebbe essere. Nonostante ciò questa storia diventerà per lui come una droga, una forma di dipendenza, e ogni volta che si autoconvince di volerla chiudere, in realtà, non solo non riesce a farlo, ma sprofonda sempre di più in una condizione di sottomissione totale.

Il riflesso dell’amore sembra portare nuova linfa e vitalità anche nella grigia esistenza di Amalia: ascoltando i racconti di Emilio anche lei rifiorisce alla speranza che qualcosa di nuovo possa accadere nella sua vita, tant’è che si innamora del Balli, ma anche questa passione rimane reclusa dentro quel cuore che l’ha vista crescere senza poterla manifestare se non con il rossore delle guance e gli occhi che si illuminano.

La storia è ambientata a Trieste e in un certo senso la bora che imperversa spesso nella città è nulla in confronto a quello che può fare la passione amorosa. Ci troviamo di fronte a uomini e donne profondamente soli, universi umani che non riescono a integrarsi, che sono spaventati dalla paura di vivere fino in fondo i sentimenti e che si chiudono alla vita per paura di soffrire. Ognuno dei personaggi ha una storia di fragilità umana da raccontare, in cui conta ciò che appare e non la propria realtà interiore alla quale non si dà ascolto, preferendo continuare a credere alle illusioni perché non si ha il coraggio di accettare la verità. Infatti, al di là delle singole individualità caratteriali, ciò che accomuna tutti è il binomio apparenza/realtà: la verità non deve essere svelata, deve stare ben nascosta dietro la maschera che tutti indossano.

La vicenda è narrata in terza personae il punto di vista principale è quello di Emilio, per cui la narrazione segue maggiormente il suo percorso interiore con i suoi dubbi, le sue incertezze, i suoi attacchi di gelosia, le sue ansie, ma spesso il narratore si introduce all’interno di altri personaggi, tranne Angelina, e ne narra i moti del cuore attraverso un linguaggio concreto, vivido e a volte crudele e spesso ironico.

Un libro che a distanza di anni riesce ancora a farci appassionare alle vicende di personaggi che vivono nella mediocrità della vita di tutti i giorni grazie alla maestria dell’autore nel costruire un universo narrativo nel quale quei sentimenti e quelle emozioni che vengono esclusi consapevolmente dall’esistenza acquistano   una forza e una voce tale da riprendersi il posto che meritano.

Gina Migliori

Gina Migliori è laureata in Lingue e letterature straniere moderne e lavora in un centro di grafica stampa e pubblicità. Le sue più grandi passioni sono leggere e viaggiare, e appena le è possibile prepara la valigia, nella quale non manca mai un libro, e parte. Per lei il viaggio non è solo un luogo fisico, ma anche quello spazio virtuale contenuto all’interno di ogni libro che le permette di vivere e spaziare in posti e universi sconosciuti, attraversando i quali le si rivelano delle “conoscenze di sé” di cui non aveva mai avuto percezione. Ha uno strano rapporto con i libri, infatti non è lei a scegliere i libri ma sono i libri a scegliere lei e a “chiamarla”, perché ognuno di essi ha un messaggio da trasmetterle. Cosa fa su MeLoLeggo? Legge e recensisce libri per condividere la sua passione con gli altri.

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