IntervisteNovità

Intervista con Fulvio Ervas riguardo a La giustizia non è una pallottola

La giustizia non è una pallottola è il ritorno di Fulvio Ervas a un romanzo con l’ispettore Stucky, come sempre per Marcos y Marcos. Siamo di consueto nella marca trevigiana, tra città e campagna, dove nella villa di un ricco imprenditore uccidono una guardia giurata. Lui, ricco eccentrico e colto, poco in linea con l’imprenditoria locale, si accusa dell’omicidio. Ma è stato veramente lui? E la bella ragazza nera chiamata dalla svizzera a suonare per l’uomo ogni sera Chopin, chi è? Veramente suona soltanto?

Tanti piccoli misteri s’infittiscono fin dalle prime appassionanti pagine del libro, come le misteriose lettere ai frati riguardo le tombe dei figli di Dante e Petrarca. Perché minacciano di portarli via dal cimitero di Treviso? C’è poi una storia macabra, quella di alcuni spaventapasseri ritrovati coperti di sangue nel campo di un contadino. Sangue di pollo, pare. Tutte cose apparentemente non collegate tra loro, che un ispettore Stucky in aspettativa riuscirà a unire solo alla fine, come in un buon giallo che si rispetti.

E, come in ogni buon giallo di Ervas che si rispetti, è la questione ambientale il vero punto centrale della vicenda. Salterà fuori l’assassinio di un giovane ribelle di una decina di anni prima, che aveva scoperto strani traffici nelle cave della zona. Questo aiuterà le indagini sul nuovo assassinio. Il Veneto dei ricchi imprenditori, non tutti colti come il protagonista di La giustizia non è una pallottola, ne esce ancora una volta passato al setaccio, tra questioni sociali irrisolte, corruzione, politica.

Di questo e altro ne ho parlato con l’autore in una lunga intervista.

La giustizia non è una pallottola
La giustizia non è una pallottola

Come è nato La giustizia non è una pallottola?

L’idea di questo Stucky, come del resto tutti gli altri, nasce da una miscela di cronaca criminale (che attingo dai quotidiani) e di crimini ambientali.  In questo caso l’effetto catalizzante è stato un brutto episodio di cronaca: una rapina in un’abitazione nel Veneto è finita con la rincorsa del ladro da parte del proprietario, le gravi ferite a carico del ladro stesso che fuggiva. Fin qui, pur con tutte le perplessità, la faccenda poteva assumere un certo grado di tragicità. Ma lo sparatore, anziché avvisare le forze dell’ordine e poi richiedere un intervento medico, ha caricato in macchina il ferito e l’ha poi buttato tra i campi. Ecco, mi è sembrato il segno di una barbarie. Una parte della politica veneta ha pure fatto una campagna a sostegno dello sparatore: la difesa è sempre legittima. No, ovviamente. Ci devono essere dei limiti, non solo legali ma morali. E da questo è partito il nuovo Stucky.

Perché questo titolo? Quasi filosofico…

Perché viviamo in un’epoca in cui ci si illude che semplificando i problemi, cioè riducendo ogni tipo di variabile, si possa arrivare a risolvere ogni sorta di difficoltà. Quindi farsi giustizia da sé appare come una di queste ricette strabilianti. Non credo sia difficile capire che abbiamo costruito società complesse e che vivere in tali società comporta onori ma anche oneri e che il bilancio tra queste forze esiga sempre grandi capacità di conoscenza e valutazione. Capisco che le società complesse lascino sul terreno molte “vittime” e che ci si debba sforzare per non aumentare fragilità e vuoti. Ma per ottenere questi risultati non sono per niente efficaci slogan semplicistici o promesse irrealizzabili: semplici pallottole, appunto. Siano poi di piombo o di parole è solo un dettaglio.

Una bella vicenda intricata, con molti personaggi, vicende apparentemente staccate, ma poi i pezzi del puzzle… c’è da chiedersi: sapevi fin dall’inizio come si sarebbero incrociati?

No, ovviamente. Non mi piace mai scrivere con schemi. Il fatto è che, dopo due anni di insegnamento con DAD, avevo bisogno di una compagnia ironica e, spero non solo per me, divertente. Avevo bisogno di Stucky e l’ho lasciato correre liberamente. Curioso e intrigante. A setacciare la marca trevigiana, ma in realtà espressione più ampia di questa modernità, a raccontarci la sua umanità alle volte stravagante e la sua serie di inciampi.

Quanto c’è di vero in queste vicende che si intrecciano? A parte le tombe dei figli di Dante e Petrarca che sono a Treviso.

Ci sono due figure imprenditoriali coinvolte nella narrazione: l’imprenditore che ha una sua visione della bellezza e un certo rispetto per il territorio in cui vive e l’imprenditore che, al contrario, si comporta come l’inghiottitore di ogni cosa, quello che concepisce il territorio come un luogo da trasformare in puri “schei”. Rappresentano i due poli del fare profitto, solo che il secondo lo fa a spese di tutti. Ce ne sono troppi di questo tipo nel Veneto, certo come altrove.

Anche questo tuo romanzo potrebbe essere un bel film, non trovi? C’è qualche nuovo progetto cinematografico attorno ai tuoi romanzi? Con Stucky o meno…

Si sta lavorando per trasformare sei dei nove romanzi di Stucky in una serialità filmica per la Rai.  Ma è un lavoro che non sto facendo io.  Quando lo racconto, i giornalisti trasformano la notizia come se fosse già tutto fatto.  Come su tutto partisse già domani. Questo mi fa sperare che il progetto piaccia, ma realisticamente il lavoro è ancora in corso.  Però ci spero…

In Italia si pubblicano molti  libri “gialli”, tutti di buon successo. Come mai? E come mai, vista la politicità di questo genere, che tocca argomenti come inquinamento, intrecci criminalità/politica, prostituzione… siamo sempre indietro, come coscienza politica. Un libro non cambia la vita?

No, sinceramente un libro non ha questa forza.  Il poliziesco è una vetrina di denuncia che parla alla coscienza civile di una parte di questo paese. Il punto è: questo paese possiede un “conto corrente” pieno di coscienza civile? In fatto di difesa ambientale no. Questo è un paese che, storicamente, ha  utilizzato la terra su cui posa i piedi come una cavalletta piuttosto che come un poeta.

Nella marca trevigiana qual è la ratio, a parte fare soldi, del traforare per ricavare cave di ghiaia in zone delicate di falda? E in Sicilia, terra bellissima, il riempire ogni strada di immondizia?

L’ambientalismo è sempre stata una sensibilità di minoranza, e anche mal accettata.

Certo, i  libri con temi relativi al rispetto del bene comune aiutano la crescita di una coscienza che, però, deve alimentarsi del comportamento attivo dei cittadini. Finito di leggere bisogna fare.

C’è una ripartenza di presentazioni di libri? Ne hai fatte o ne farai per La giustizia non è una pallottola?

Mi pare proprio di sì. Spero che questo segnali anche un rinvigorimento della lettura e dell’andare in libreria. Ho un bel calendario pieno.

Progetti futuri?

Con il primo di settembre lascio la scuola dopo quasi quarant’anni. Mi mancheranno gli studenti. Ma avrò anche più tempo per scrivere e chissà che effetto avrà nell’immaginazione narrativa. Nel frattempo, Stucky gira sempre nella testa…

Diego Alligatore

Diego Alligatore è critico rock del web dalla lontana estate del 2003, quando ha iniziato a scrivere di rock indipendente italico sul portale della nota agenda Smemoranda. Da allora non ha più smesso, intervistando e recensendo centinaia di gruppi dell'underground di casa nostra, oltre che su Smemoranda.it anche sul BLOG DELL'ALLIGATORE, su Frigidaire e Il Nuovo Male cartacei. A gennaio 2018 fonda con la sua compagna Elle L'ORTO DI ELLE E ALLI, sito di orto bio e culture alternative, cose curate insieme con passione autentiche. In tutti questi posti non ha mai dimenticato che anche la letteratura può essere rock, parlando con giovani scrittori italici, recensendone libri, incontrandoli in alcune presentazioni. Nel 2021 è uscito con Arcana il suo "Giovani, musicanti e disoccupati", libro di interviste a musicanti indipendenti durante il lockdown del 2020. Cosa fa su MeLoLeggo? Continuerà a cercare giovani autori, parlando con loro di buoni libri, perché la vita è troppo breve per sprecarla con cattive letture.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.