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Diablo, di Paolo Capponi

Nessuna tregua, un libro che divora, una trama che incolla, un insieme nerissimo.

DIablo
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Comincia quando tutto finisce, la trama, la vita, l’esistenza di Teo, giovane e libero di vivere, di viversi la città senza costrizioni e senza nascondersi. Libero fino alla telefonata di suo padre, licenziato e a pezzi; fino a quando non c’è necessità di riavvolgere il filo che teneva le distanze dal cuore, da casa, dal paese; fino a quando non deve ritornare ad essere figlio, tra le mura di casa, lasciare Roma e gli amici, gli studi, riadattarsi al ritorno, ritrovare una strada e la vita altrove.

E Teo si adatta. Paolo Capponi, la mano che lo dipinge tra le pagine, ce lo mostra accondiscendente, dolce, perfettamente consapevole di non poter che scegliere la strada del ritorno, perfettamente consapevole di dover sopportare quel luogo di poche anime, claustrofobico. La salvezza forse può essere l’unico contatto rimasto vivo in lui, quello con l’amore di un tempo: Ettore mai dimenticato, Ettore che ritorna tra i messaggi, che ritorna e non è più solo, non più qualcosa che ti appartiene ma che divide la vita con un altro.

Comincia tutto da qui, dalla fine. Ettore ha attraversato il buio della depressione, è rimasto senza nessun legame tranne che per Pietro, entrato nella sua vita ad orari scanditi, a tempo determinato, un accompagnatore come tanti che però diventa di più. E che poi, di colpo e senza lasciare che ambigue tracce, sparisce.

Gli intrecci si stringono così nella ricerca di un segno che spieghi percorsi, che chiarisca la verità sulla fine del ragazzo che lascia lettere quasi fotocopia, che chiariscono che niente sembra avere un senso intorno al suo sparire.

Teo si troverà ad entrare in un vortice dal tasso erotico alto come la torre di pasticche che campeggia in quella villa, castello nel quale si resta inghiottiti da una realtà parallela che abita un inaspettato quanto realistico sottobosco, da affrontare per capire.

Nulla sarà facile. Per Teo, determinato a cercare Pietro e una convincente verità, molto si spalancherà sul suo intimo vivere. E molto anche sulle ragioni, sulle volontà, sulla consapevolezza di quanto più in là possiamo spingerci per capire veramente chi siamo.

Il finale, assolutamente inaspettato sarà la degna conclusione di un romanzo che vale la pena leggere, per affrontare il lato oscuro che può esistere e camminare parallelo ad ognuno di noi.

Stefania Castella

Mi chiamo Stefania e sono nata a Napoli da padre con occhi trasparenti e madre con lunghissimi capelli biondi e gonnellone hippy. Non so perché ve lo dico, solo perché tutti scriviamo dove nasciamo e nessuno da chi. Sono grafica pubblicitaria e soprattutto mamma a tempo pieno e indeterminato. Scrivo da quando ho imparato, leggo da sempre e ascolto da molto di più. Mi piace leggere e raccontare storie, dare voce. Scrivere è la mia esigenza, la mia necessità. Mi piace raccontare ciò che ho letto cercando di trasmettere l'emozione che ho provato, lasciandovi entrare nel viaggio che ogni scrittore regala. Se questo si chiama recensire, allora recensisco. Cosa fa su MeLoLeggo? Quello che amo fare: immergermi in una storia di carta, con rispetto e onestà, affiancandomi con voi alle pagine e percorrendo lo stesso bellissimo sogno. Ogni scrittore partorisce le sue creature con amore e fatica, quello che possiamo fare è raccogliere la sua storia. Se una storia non piace non si può stroncarla, solo evitare di raccoglierla, no?

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