In libreriaRecensioni

La sottile linea scura, di Joe R. Lansdale

La sottile linea scura di Joe R. Lansdale (Piemme edizioni, con traduzione di Luca Conti) è un romanzo di formazione straordinario che racconta la società americana degli anni ’60 attraverso gli occhi di un ragazzo di tredici anni che, dopo gli eventi di un’estate turbolenta, capirà che nulla potrà più essere uguale a prima.

La sottile linea scura
La sottile linea scura

Joe R. Lansdale è uno scrittore americano molto amato dai lettori italiani. La sua peculiarità è quella di saper spaziare tra generi diversi, dall’horror al noir, dalla satira al dramma, fino alla fantascienza, riuscendo sempre a mantenere, secondo la critica e il pubblico, lo stesso livello di qualità e interesse in tutti i suoi libri.

La sottile linea scura è quello che si può definire un romanzo di formazione in cui sono presenti diversi temi come il razzismo, la violenza, il fanatismo religioso; temi che accompagnano un ragazzo, il tredicenne Stanley Mitchell, nel suo percorso di transizione dall’infanzia all’età adulta, un passaggio complicato che lo vedrà alle prese con una vicenda che ha i contorni del thriller.

La storia è ambientata in un’afosa estate texana del 1958. Il padre di Stanley gestisce un drive-in in una piccola città di periferia, nella stessa struttura che fa anche da abitazione all’intera famiglia. Il drive-in si trova poco distante dai quartieri ricchi della città e a ridosso della zona abitata dalla gente di colore. Un giorno, mentre sta giocando con il cagnolino Bud, Stanley fa un curioso ritrovamento: si tratta di una scatola di latta sigillata, appena sporgente dal terreno. Incuriosito, il ragazzo decide di portarla a casa e nasconderla per poi aprirla in seguito. Stanley e Callie, la graziosa sorella maggiore, vi trovano delle lettere che rivelano una corrispondenza tra due innamorati, per cui decidono di indagare per risalire all’identità degli autori. Stanley, in particolare, trova nel suo nuovo ruolo di detective un inedito aiuto in Buster, lo scorbutico proiezionista di colore del drive-in che insospettatamente si rivela essere una persona dalla mente molto acuta, oltre che un grande lettore appassionato dei romanzi polizieschi di Sherlock Holmes.

Nel frattempo a casa di Stanley è arrivata Rosy Mae, un’indolente donna di colore e ottima cuoca che viene assunta come donna di servizio. Rosy viene più volte picchiata e minacciata dal fidanzato Bubba Joe e trova riparo a casa dei Mitchell, finendo per diventare parte della famiglia. Questo causa l’ira di Bubba Joe, che comincia a pedinare i membri della famiglia fino alla sua misteriosa scomparsa…

Stanley ha un amico, Richard, pieno di pidocchi e con tanti lividi sul corpo, causati dalle botte di un padre violento e fanatico di una religione del tutto personale. Richard, esausto dalle botte del padre e rinnegato da una madre masochista, scappa di casa per essere poi accolto dalla famiglia di Mitchell. Nel convulso finale della vicenda, la storia di Richard si incrocia con quella degli altri protagonisti delle indagini di Stanley, portando a rivelazioni sorprendenti e un incalzare degli eventi sanguinoso e violento.

Al di là della trama relativa agli omicidi su cui indagano i personaggi della storia, il tema principale del romanzo resta il razzismo contro cui si scontra la famiglia di Stanley, piuttosto progressista per quei tempi, se non altro in un’America ancora molto provinciale e diversi anni prima delle lotte per i diritti delle minoranze. Tramite la famiglia Mitchell, di idee più liberali, l’autore mostra come spiragli di integrazione fossero possibili anche nell’estrema provincia americana degli anni Cinquanta. La madre in particolare si fa portavoce di questo disagio, amplificandolo e coinvolgendo gli altri membri della famiglia, compreso un marito inizialmente riluttante.

Non a caso, l’autore sceglie una figura femminile per portare avanti contemporaneamente un altro tema sociale, quello che riguarda per l’appunto la figura femminile all’interno di un contesto familiare spesso caratterizzato dalla prevaricazione dell’uomo e dalla violenza domestica, rappresentata dal raffronto che si può fare tra la madre di Stanley e quella di Richard, vittima e succube di un marito pazzo e violento. Il cammino verso l’emancipazione femminile era ancora ben lontano dal realizzarsi nell’America di quegli anni (com’è ancora attualmente incompiuto in molte altre parti del mondo).

L’abilità dell’autore sta nel narrare la “perdita dell’innocenza” di Stanley in quell’estate in cui il mondo per lui cambia per sempre. Lansdale descrive le voci, il sapore, la vita, ricreando le atmosfere di un tempo, quello degli anni Cinquanta, ormai così lontano da sembrare che non sia mai esistito. La fine degli anni ’50 segna l’arrivo di nuove mode, un processo di crescita economica, anche se degradazione e povertà continuano a imperversare.

Dovevo aver sicuramente offeso gli dèi del male, dovevo aver fatto loro varcare di gran carriera la sottile linea scura che separa i misteri delle tenebre dalla realtà.

La “sottile linea scura” rappresenta per Stanley la perdita dell’innocenza e l’accesso a un mondo adulto spesso indisponente, prostrato da solitudine, odio, violenza, anche se a volte caratterizzato (se non altro per alcuni protagonisti) da insegnamenti costruttivi. Stanley intraprende il proprio viaggio esplorativo e conoscitivo attraverso la scoperta del male, del dolore e della morte, insieme a quella del conflitto razziale, ma anche del sesso e delle sue depravazioni. Lo fa accompagnandosi a personaggi a volte stravaganti, forse per cercare una via di salvezza da un mondo reale spesso opprimente, retto su inquietanti relazioni famigliari e ottusi stereotipi classisti e razziali.

Ma … non sempre la vita dà soddisfazione e, al tirar delle somme, carne e polvere finiscono per rivelarsi la stessa cosa …

Quello che è veramente centrale nel romanzo e ne rappresenta la potenza narrativa non è tanto la soluzione dell’enigma, quanto la rete associativa costruitasi e sviluppatasi attorno al protagonista, che è anche ciò che guiderà la sua educazione sentimentale e umana.

I grandi libri li riconosci ormai giunto all’epilogo, quando ti lasciano la sensazione di aver vissuto un lungo viaggio, e La sottile linea scura rientra sicuramente tra questi, perché è un romanzo di formazione imperdibile. È uno di quei romanzi che, a parer mio, passerà alla storia della grande letteratura americana.

Salvatore Chianese

Salvatore Chianese è sociologo e vive e lavora a Napoli. Soffre di svariate “malattie artistiche”, in particolare una mania ossessivo compulsiva per la lettura, la musica e il cinema. Sin da bambino è attratto dal mondo dell’occulto, del mistero e dell’horror. È cresciuto ascoltando la musica dei Queen, per poi innamorarsi di Led Zeppelin, Black Sabbath, Metallica, Iron Maiden, Y.J. Malmsteen… insomma tutto il rock hard and heavy. Nutre una venerazione per Stephen King e E.A. Poe. Le letture che hanno segnato la sua esistenza sono Dracula di Bram Stoker, Il fuggiasco di Carlotto e Il conte di Montecristo di Dumas. Adora viaggiare, mangiare (tanto e bene) e l’isola di Cuba, la perla dei Caraibi. Cosa fa su MeLoLeggo? Legge, recensisce, critica ma, soprattutto, cerca di sedare le frequenti crisi di astinenza da libri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.