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Una casa a Bogotà, di Santiago Gamboa

Con Una casa a Bogotà (e/o edizioni), Santiago Gamboa ci regala un romanzo intimista e a tratti autobiografico che ha per protagonista  Bogotà, con la sua trasformazione da città provinciale a caotica metropoli.

Una casa a Bogotà
Una casa a Bogotà

Lo scrittore colombiano Santiago Gamboa, con il suo consueto stile ricco di digressioni e riferimenti letterari, costruisce un racconto iperrealista e malinconico dove il tema del ritorno a casa ha il significato del ritrovare la propria identità.

La trama.

Grazie al denaro di un premio letterario, un filologo può finalmente comperare la casa dei suoi sogni a Bogotà e far ritorno al quartiere dove ha vissuto la sua infanzia.

La palazzina di tre piani nel quartiere di Chapinero si trova proprio di fronte alla sua vecchia casa, quella dalla quale sin da piccolo la osservava immaginando come fosse all’interno e fantasticando un giorno di poterci abitare. Vive insieme alla zia che l’aveva adottato da quando all’età di sei anni era rimasto orfano a causa di un incendio; una donna colta e raffinata, ormai anziana,  ex funzionaria dell’Onu e militante di  estrema sinistra, con la quale è cresciuto spostandosi da una parte all’altra del mondo. Insieme a loro la cagnolina Marquesa Pasionaria, la devota domestica, Transito Medina, e il fedele autista Abundio.

I ricordi del passato, i viaggi, gli incontri e le storie d’amore vengono ripercorsi dal protagonista a partire dalla descrizione delle varie stanze della casa, ognuna con una sua peculiarità capace di rievocare particolari  sensazioni nelle mente dello studioso.  Contemporaneamente l’uomo, spinto da una morbosa curiosità, con l’aiuto dell’autista Abundio si sposta nei meandri della capitale città alla scoperta degli aspetti più inquietanti di Bogotà – tra drogati, un raduno di neonazisti omosessuali e spettacoli di sesso estremo con un cadavere, – descrive una città molto diversa da quella conosciuta nella sua adolescenza. L’epilogo ritorna alla centralità della casa con la scoperta del segreto contenuto in un vecchio baule della zia che lo sconvolgerà a tal punto dall’andare vicino dal prendere decisioni irrimediabili.

In questo suo ultimo romanzo Santiago Gamboa propone il tema del luogo sentito come propria casa nella quale un uomo a un certo punto della vita vuole fare ritorno per riconciliarsi con se stesso. L’intreccio prende spunto dal sentimento di nostalgia trasmesso dell’autore con una forte percezione dell’elemento autobiografico. La struttura del libro è concepita in maniera originale: ogni capitolo è dedicato a un luogo della casa e il protagonista conduce il lettore di stanza in stanza sviluppando la storia evocata dalle atmosfere degli ambienti descritti.

I personaggi sembrano entrare nella trama in punta di piedi per lasciare invece un segno tangibile e incisivo nel romanzo. Su tutti la zia, avvocatessa penalista rivoluzionaria, una donna forte, emancipata e dal grande spessore umano e intellettuale. Tutta la vita del protagonista si svolge infatti al fianco di questa donna nel suo continuo pellegrinaggio in più parti del mondo per adempiere al suo ruolo di funzionario delle Nazioni Unite. Anche Ogni personaggio ha una storia forte e mai banale, come Transito Medina, la domestica, il cui fratello è stato arruolato nelle FARC molto giovane e dalle stesse giustiziato per errore; esperienza che ha segato per sempre la sua vita.

Notizie, aneddoti, fotografie, dall’infanzia alla giovinezza, istanti del passato e della famiglia perduta emergono dalla memoria passando per le camere della casa per poi riversarsi nella città di Bogotà, che comincia a svelarsi poco a poco:  cos’è Bogotà, come si vive, chi la vive? Nel romanzo il filologo è affascinato dalla scoperta dei mondi celati della capitale, gli spazi perversi e pericolosi che molti non vogliono vedere.

Il tema della storia è quello di un uomo che cerca di tornare alle sue radici e nel farlo compie un esperienza di esplorazione della memoria e dei territori di appartenenza che a volte può  portare a verità difficili da accettare. Una riflessione sui luoghi dove ci piacerebbe tornare e sulla volontà di scoprire ciò che nascondono.

Una casa a Bogotà è una metafora del ritorno, che spesso può diventare il punto di partenza per un nuovo viaggio.

L’autore. Santiago Gamboa è nato a Bogotà nel 1965. Tra i suoi romanzi ricordiamo Gli impostori, Ottobre a Pechino, Perdere è una questione di metodo e Vita felice del giovane Esteban. Nel 2011 le Edizioni E/O hanno pubblicato Morte di un biografo e nel 2013 Preghiere notturne.

Salvatore Chianese

Salvatore Chianese è sociologo e vive e lavora a Napoli. Soffre di svariate “malattie artistiche”, in particolare una mania ossessivo compulsiva per la lettura, la musica e il cinema. Sin da bambino è attratto dal mondo dell’occulto, del mistero e dell’horror. È cresciuto ascoltando la musica dei Queen, per poi innamorarsi di Led Zeppelin, Black Sabbath, Metallica, Iron Maiden, Y.J. Malmsteen… insomma tutto il rock hard and heavy. Nutre una venerazione per Stephen King e E.A. Poe. Le letture che hanno segnato la sua esistenza sono Dracula di Bram Stoker, Il fuggiasco di Carlotto e Il conte di Montecristo di Dumas. Adora viaggiare, mangiare (tanto e bene) e l’isola di Cuba, la perla dei Caraibi. Cosa fa su MeLoLeggo? Legge, recensisce, critica ma, soprattutto, cerca di sedare le frequenti crisi di astinenza da libri.

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