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In libreria per Marcos y Marcos: Il mio regalo sei tu, di Sarah Spinazzola

Il mio regalo sei tu

“La prima volta che ho visto mio padre è stato in televisione”.

Esce in libreria il 25 ottobre un nuovo titolo per la casa editrice Marcos y Marcos: “Il mio regalo sei tu”, di Sarah Spinazzola.

Oggi vede suo padre per la prima volta. Sono diciotto anni che aspetta questo momento. Una settimana fa l’ha visto in televisione, l’ha cercato e ora eccola lì, che sposta il peso da un piede all’altro nella portineria di uno studio televisivo. Lui ha qualcosa da finire, le chiede soltanto un attimo; diciotto anni e un attimo.

“Hai fatto bene a cercarmi tu, perché io non l’avrei mai fatto”, le dice poi. Non ci sono abbracci. Gelido freddo invernale, dentro e fuori di lì. Ha un bel salire e scendere da autobus e tram, Lidia, per andarlo a trovare. Passano i mesi e non c’è disgelo. Ma il destino è disegnato nel cielo, ha un cappello bianco da cowboy, è da anni che la cerca dappertutto e ancora non l’ha trovata.

Aspettami, non ti muovere, gli dice Lidia, ti troverò io.

Va a cercarlo lontano, su una montagna a duemila metri, dove il lavoro principale è sorridere, e non fermarsi mai. E proprio lì, di colpo, una pioggia di sms cambia tutto. Per tanto tempo la vita non ha fatto che dirle no no no, dopo dopo dopo, e ora finalmente le dice sì sì sì, ora! ora! ora!

Suo padre le scrive sono cambiato, prima non ero pronto e adesso sì. Adesso vuole stare con lei, vuole stare con lei. Ha trovato il grande amore ed è pronto a cominciare una nuova fase della vita. Ecco come si stanno mettendo le cose. Davvero molto bene. Benissimo, si potrebbe dire. Talmente bene che Lidia ogni due minuti si chiede: ma sarà vero? Non ci sarà qualcosa che non va?

Il mio regalo sei tu è la storia di un amore negato: l’avventura di una piccola donna coraggiosa nelle spire di un padre serpente.

L’autrice. Sarah Spinazzola è nata a Milano nel 1983. Da piccola aveva le idee molto chiare; verso i dieci anni le idee si sono confuse un poco, lei ha cominciato a vestirsi di nero ed è diventata timida. Poi ha scoperto che la timidezza non serve e, tra nebbie, misteri e improvvisi colpi di scena ha ricostruito la mappa della sua famiglia variegata. Così ha potuto stabilire, come nelle migliori mappe: Io ora sono qui. Sono qui, e voglio scrivere. E per poter scrivere davvero, ha letto, provato, chiesto, telefonato, imparato, ricevuto dei no, poi dei sì, e finalmente ha pubblicato racconti nell’antologia Scontrini. Racconti in forma d’acquisto, e nell'”Accapappiacani”, settemestrale di letteratura comparata al nulla. Sulla sua carta di identità, alla voce professione, c’è scritto Segretaria; può anche darsi che tra un po’ non sarà più così.

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