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Addio a Roma, di Sandra Petrignani

Addio a Roma

Se si dovesse descrivere in tre parole Addio a Roma, il romanzo di Sandra Petrignani che Neri Pozza ha pubblicato a ottobre dell’anno scorso, si sceglierebbero sicuramente: intrigante, commovente ed emozionante. Eppure, non basterebbero. Del resto, l’autrice ha svolto un lavoro che non solo è meticoloso, preciso e coinvolgente, ma anche denso, onnicomprensivo e che sembra, davvero, non tralasciare nulla. Soprattutto, non dimentica nessuno: politici, romanzieri, poeti, pittori, magnati, registi, attori… Tutti quelli che hanno vissuto, toccato, amato, visitato, riempito Roma nel boom che ha caratterizzato la vita artistica della città dagli anni Cinquanta ai Settanta, rivivono in queste pagine.

Roma è vibrante, viva e accoglie anche noi lettori, a distanza di 50 anni, con le parole della Petrignani: Roma “è bella sulle macerie nascoste sotto le ricostruzioni, eterna come vuole la leggenda. Nel 1952 è al centro di un miracolo, capitale della cultura e del cinema internazionali, esercita un fascino irresistibile su chiunque abbia aspirazioni artistiche”, e ancora “la gente vuole dimenticare, vestirsi bene, andare al cinema e fare baldoria (…) Si ha bisogno di credere nella felicità che coinciderà, negli anni a venire, con l’acquisto di un frigorifero, della Fiat 600, della televisione, della lavatrice (…) E tutti ballano. Foxtrot, mambo e il nuovissimo cha-cha-cha, Renato Carosone al pianoforte, Gegè di Giacomo alla batteria (…) La voglia di vivere e di rifare il mondo e con il mondo l’arte, la letteratura, il cinema, la musica spuntava ovunque tra le rovine”. Come e perché resistere a una tentazione così forte? Così ecco passeggiare per le strade della capitale Italo Calvino, Michelangelo Antonioni, Renato Guttuso, Pablo Picasso, Roland Barthes , Ingeborg Bachmann, Salvador Dalì, Truman Capote, Audrey Hepburn, Alcide De Gasperi e tanti, tanti altri, con le loro amicizie, le loro invidie, i loro amori e odi, sogni e speranze. Tra le tante personalità spicca quella carismatica di Palma Bucarelli, direttrice della GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna), il cui viso compare anche, bellissimo e attento, in copertina. Il fitto intreccio è spesso intervallato a momenti di quieta osservazione vissuti attraverso gli occhi di Ninetta, una fittizia ragazzina trasteverina che ci presta il suo sguardo per indugiare e riflettere lì, per le strade e nei salotti di questa Roma tanto lontana e oggi ormai sconosciuta.

Sandra Patrignani ha messo le proprie parole al servizio di un certosino ritratto di un’epoca, di un mondo che ormai non c’è più ma che ha tuttavia lasciato impressi i segni del suo passaggio nei film, nelle opere d’arte, nella percezione del made in Italy che ancora rimangono propri di questo Paese. Ancor più, racconta delle lotte sindacali, dell’arrivo della televisione e dei cambiamenti che, uno a uno, hanno segnato la morte di un’era e l’inizio di un’altra. Purtroppo, come ricorda la quarta di copertina con le parole di Ennio Flaiano: “Coraggio, il meglio è passato”.

Alice de Carli Enrico

Alice de Carli Enrico è traduttrice e giornalista freelance. Ha cominciato a leggere romanzi all'età di 8 anni e non ha più smesso. È appassionata di scrittura e lettura, dell'uso corretto della lingua italiana, di viaggi lunghi ed economici, del suono delle parole e di mari in tempesta. Ovunque vada porta sempre un libro con sé, l'unico oggetto in grado di renderla quieta anche nelle più improbabili situazioni. Cosa fa su MeLoLeggo? Scrive recensioni, dirige le pubblicazioni, revisiona racconti e romanzi dando la caccia all'errore con la meticolosità di un cecchino (a volte gli stessi scritti tremano dalla paura). Lavora tanto e consuma poco: necessita solo di una coperta, un divano e ovviamente un libro.

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