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Recensione: La meccanica dei ruoli, di Alice Malerba

La meccanica dei ruoli
La meccanica dei ruoli

“Anna come sono tante, Anna permalosa. Anna bello sguardo, sguardo che ogni giorno perde qualcosa… Marco grosse scarpe e poca carne, Marco cuore in allarme. Con una madre, una sorella… Marco che vorrebbe andar via…”

Potrei parlarvi dell’opera di Alice Malerba, La meccanica dei ruoli, attraverso le strofe di uno dei brani più famosi di Lucio Dalla. Certo: la storia narrata sarebbe diversa e dovrei cambiare i nomi dei protagonisti, Ada e Cosmo, ma alla fine giungerei comunque, inevitabilmente  alle note della canzone di Lucio. Perché, come Anna e Marco, anche Ada e Cosmo sono due spiriti opposti e complementari, due anime contrarie, l’una destinata a spiccare il volo, lontano, per fuggire dal passato ricorrendo a un impiego in America, e l’altra vittima delle sue paure e di tutto ciò che appare sconosciuto.

“Ada hai visto che grandi?”

Io non riuscivo a guardare che te. Quella forza che catalizzava tutta la tua attenzione mi faceva paura.

“Volano chilometri sopra di noi!”

Le tue parole mi spinsero a voltarmi e a guardare oltre la porzione di vetro appannata dal tuo fiato. C’erano due aeroplani fermi a non più di cinquanta metri da noi. Quello più vicino aveva la stiva aperta e stavano effettuando lo scarico dei bagagli. Il suo muso allungato mi ricordava un enorme squalo; uno squalo volante al quale stavano svuotando il ventre.

“E non cadono mai?”

“A volte si, ma non tanto spesso…”

Ora, come in ogni recensione che si rispetti, dovrei dirvi che Ada e Cosmo sono due gemelli ormai trentenni che l’infanzia difficile ha legato indissolubilmente, la vita ha allontanato e il destino ha riunito dopo due anni, attraverso un viaggio che li condurrà da Torino a Noto, per presenziare al funerale della vecchia nonna.

Ma continuerò invece il paragone con il brano di Dalla, perché come “Anna e Marco” anche La meccanica dei ruoli rimane impresso soprattutto per il linguaggio utilizzato: ogni parola confluisce in un flusso di suggestioni che entra nelle vene del lettore, ogni frase si fa immagine, ogni dialogo diviene poesia. E come nella canzone di Lucio, al termine della lettura dell’opera di Alice Malerba rimane nel cuore un po’ di nostalgia: Ada avrebbe voluto morire, Cosmo voleva andarsene lontano. Qualcuno li ha visti tornare, tenendosi per mano.

Roberta Taverna

Di giorno Roberta Taverna, dottoressa in giurisprudenza , corre tra un’aula di tribunale e l’altra, mentre la sera si dedica al primo grande amore della sua vita: i libri. Lettrice instancabile, fa scorrere tra le sue dita le pagine di centinaia di libri ogni anno; legge in treno, mentre corre sul tapis roulant in palestra, camminando per strada… Predilige i romanzi contemporanei stranieri, con qualche ciclica capatina tra classici dell’Ottocento. Ha frequentato corsi di giornalismo e di scrittura comico-creativa, ha collaborato con alcune testate locali e ha fatto parte della giuria del concorso letterario Casa Sanremo Writers 2014. Ha creato e coordina il sito letterario Inkbooks. Cosa fa su MeLoLeggo? Legge molto, cerca di smaltire la pila infinita di volumi che si moltiplicano inspiegabilmente ogni giorno sugli scaffali di casa e recensisce tutto ciò che scopre imperdibile.

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