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Per le edizioni Montag: Il culo e la riduzione fenomenologica, di Fabrizio Ulivieri

il culo e la riduzione fenomenologica

Esce per le edizioni Montag “Il culo e la riduzione fenomenologica”, a cura di Fabrizio Ulivieri.

È un viaggio nei corpi, nella carne e nei liquidi che hanno alimentato un uomo senza nome, che come un vampiro si è nutrito di quella carne, di quegli umori e di quei corpi che l’hanno tenuto in vita, reso quasi immortale e salvato dalla morte della vita.

Io vivo di calore, del calore che succhio via dai corpi delle donne che incontro, che ho incontrato in tutti questi lunghi anni di vita. Il caldo della loro carne mi tiene vivo. Dà vita alla mia morte interiore.

Io sono morto ormai. Io non vivo più.

 Ha incontrato molti corpi nel suo viaggio di mezzo secolo sulla terra. Corpi pesanti che unicamente danno il piacere della carne, e null’altro. Corpi che invece sono leggeri e mai li dimentichi perché trascendono la carne verso la passione e lo spirito.

I corpi gli hanno insegnato la filosofia del coraggio: il coraggio di perdersi in essi e ricavarne una filosofia vera. Ne ha ricavato il coraggio di un pensiero che ardisce pensare e indagare ciò che al pensiero pare indegno e sordido. Una filosofia atea, è ovvio, ma una filosofia della vita fatta per la vita.

E ora che è giunto in fondo al percorso del suo pensiero e del suo esperire la carne il sangue e l’urina, i sessi palpitanti, aperti e vogliosi, ora è felice. Felice di sparire in quel nulla che rappresenta il nulla di esistere e di essere come tutti, e in nulla più distinguersi, ma sparire come tutti spariscono, come luce nella luce. E per sempre.

L’autore. Originario di Montelupo Fiorentino, classe 1956, Fabrizio Ulivieri è direttore del Dipartimento di italiano presso l’Istituto europeo di Firenze. Ha scritto diverse pubblicazioni inerenti alla linguistica in Studi di grammatica italiana (Accademia della Crusca) e nella rivista tedesca Zeitschrift für italienische Sprache und Literatur.

Ha collaborato attivamente con www.ilciclismo.it fino a quando il direttore, suo mentore, non ha lasciato la redazione della rivista online. Ha già pubblicato “L’eterno ritorno, ed. Akkuaria, “Albert Richter, un’aquila tra le svastiche. Il ciclismo tedesco tra nazismo ed esoterismo (1919 – 1939)”, edito da Bradipolibri, e “Il ritorno che non volevo“.

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