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L’uomo che vendeva palloncini, di Enzo D’Andrea

L'uomo che vendeva palloncini
L’uomo che vendeva palloncini

È caldo il paese, vestito di sagra e di estate. Caldo che i piedi bruciacchiano. Ed è madida la fronte, asciugata dal fervore e dalla voglia di andare che da ragazzini si ha. Ma non importa il caldo quando la vita è l’estate e le gambe sono come ruote instancabili e pedalano tra discese e salite, suoni di feste, di sagre sempre uguali eppure sempre diverse, odori di dolce torrone e sorrisi sfacciati. I rumori e i profumi fanno da contorno a quella paura della quale hai voglia perché è mescolata alla curiosità che spinge come si spingono i pedali per rincorrersi veloci. Amici.

Con L’uomo che vendeva palloncini, il suo ultimo romanzo edito da 0111 Edizioni, Enzo D’Andrea ci offre spazi come finestre, ognuna aperta a ricordi che ciascuno di noi possiede: di quando la vita sono gli amici e, chiusa la scuola, il mondo è tuo. E così nell’apparente leggerezza di un caldo paese della Basilicata, quello che sentiamo tra le pagine è ogni soffio, ogni alito di vento caldissimo e ogni curiosità che Massimo, il protagonista, cercherà di affrontare insieme al suo gruppetto di amici, a partire dalle escursioni che celano mondi proibiti – mondi adulti nei quali entrare può costare parecchio, fino a ritrovarsi di colpo in qualcosa di più grande. Un medaglione scovato in un luogo abbandonato diventa un segreto che forse non dovevano scoprire, perché cela strani poteri. Sarà suggestione? O forse la voglia di inoltrarsi in una nuova avventura, o ancora un’esistenza parallela, un mondo altrove che partecipa al nostro e ha bisogno di una chiave per schiudersi.

Tra queste pagine non godrete solo di romantico ricordo e poesia. Qui c’è un cadavere il cui viso deturpato è comparso in un sogno. Ma era sogno o premonizione? O forse ci si potrebbe essere semplicemente spinti troppo in là… Ci sono coincidenze e visioni, reali e così vere come è vero che nulla è un caso, che il ciondolo aveva la sua reale missione come ce l’ha ogni protagonista di un’avventura che riempie l’estate ragazzina.

Attorno all’uomo dei palloncini vi è condensato un mistero. E oltre, la giustizia, la punizione attesa, temuta, l’incoscienza che fa pulsare le vene nei polsi. C’è una morale da cogliere come un tempo da ripercorrere, spiegare o forse semplicemente accettare così com’è, com’è stato, come sospeso. E tutto succede in un momento, in un’estate dopo la quale ci si scopre improvvisamente diversi, improvvisamente più grandi.

Stefania Castella

Mi chiamo Stefania e sono nata a Napoli da padre con occhi trasparenti e madre con lunghissimi capelli biondi e gonnellone hippy. Non so perché ve lo dico, solo perché tutti scriviamo dove nasciamo e nessuno da chi. Sono grafica pubblicitaria e soprattutto mamma a tempo pieno e indeterminato. Scrivo da quando ho imparato, leggo da sempre e ascolto da molto di più. Mi piace leggere e raccontare storie, dare voce. Scrivere è la mia esigenza, la mia necessità. Mi piace raccontare ciò che ho letto cercando di trasmettere l'emozione che ho provato, lasciandovi entrare nel viaggio che ogni scrittore regala. Se questo si chiama recensire, allora recensisco. Cosa fa su MeLoLeggo? Quello che amo fare: immergermi in una storia di carta, con rispetto e onestà, affiancandomi con voi alle pagine e percorrendo lo stesso bellissimo sogno. Ogni scrittore partorisce le sue creature con amore e fatica, quello che possiamo fare è raccogliere la sua storia. Se una storia non piace non si può stroncarla, solo evitare di raccoglierla, no?

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