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L’anello mancante, di Saida El gtay e Nicolò Angellaro

L'anello mancante
L’anello mancante

Torino è una piazza immersa nella nebbia. Torino è tutto uno stringersi in se stessa, sbuffi di fumo di aliti nervosi e due giovani si incontrano per caso. E il caso è una delle varianti possibili, non la sola.

Questa è una prima prova, e una prova decisa, che mostra una capacità di scrittura interessante già dalle prime battute. Battute alternate tra due protagonisti, racchiuse tra le pagine nate dalle mani, dalla mente e dalle parole dei due giovani autori vincitori del concorso Premio inediTo Colline di Torino 2015: Sàida El gtay e Nicolò Angellaro. L’anello mancante. E i giovani spiriti del Cinema Statuto salvati da Gustavo Roll (Il Camaleonte Edizioni) è un libro interessante e prezioso, come quell’anello protagonista già nel titolo. Evocazione importante, trama originale, tensione tenuta sempre altissima e sullo sfondo una città che è tutta magia, apparizioni, nebbiose atmosfere che nascondono verità.

Torino geometrica, centro di misteri, culla dell’occulto, spettacolare, teatrale, apre il suo sipario notturno al ricordo, alla presenza del grande Gustavo Roll, che si intreccia nella storia dei due giovani protagonisti legati loro malgrado da un dito, un dito mozzato e un anello, pietra che luccica di mistero racchiusa nella scatolina che cela verità passate alla giovane Indira da sua madre. Una madre ormai lasciata indietro nel tempo.

Indira è curiosa, indomita, rabbiosa di forza e fragilità, purezza, buio, riflessione. Di contro, Tommaso, l’altro, scovato scivolando in una notte infinita, l’affiancherà con il suo carattere spontaneo, ironico, e la sua simpatia istintiva. Entrambi si metteranno alla ricerca di un significato da attribuire a quel dito, a quella pietra, a quelle notti che si srotolano passando tra strade vuote che si affollano di personaggi ambigui e distorti.

Se fossimo in altri luoghi, potrebbero rassomigliare a quei personaggi nati dalla mente eccentrica di David Lynch, in quelle deformate camere di Twin Peaks di lontana memoria. Nani e nerissime giacche e cravatte, il rosso di abiti che si nasconde ambiguo, impresso come ricordo.

Vi piacerà sentire la nebbia e incontrare la paura di aver paura. Vi piacerà ascoltare i dialoghi sveltissimi e seguire i due punti di vista dei protagonisti, che impreziosiscono una scrittura già di per sé di gran presa.

In queste pagine c’è tutto, e in questo tutto l’oscurità che tenta di prendere il sopravvento, lo scontro perenne tra il bene e il male. Per tutto c’è una spiegazione, ma questo non basterà: occorrerà mescolare gli animi e intingerli di nera, surreale realtà, visioni oniriche. Sogni di sogni che sono realtà vivide, capaci di svelare il vero volto e il vero significato di una storia che giungerà al suo nudo e crudo epilogo.

Ma fino ad allora, godetevi il viaggio.

Stefania Castella

Mi chiamo Stefania e sono nata a Napoli da padre con occhi trasparenti e madre con lunghissimi capelli biondi e gonnellone hippy. Non so perché ve lo dico, solo perché tutti scriviamo dove nasciamo e nessuno da chi. Sono grafica pubblicitaria e soprattutto mamma a tempo pieno e indeterminato. Scrivo da quando ho imparato, leggo da sempre e ascolto da molto di più. Mi piace leggere e raccontare storie, dare voce. Scrivere è la mia esigenza, la mia necessità. Mi piace raccontare ciò che ho letto cercando di trasmettere l'emozione che ho provato, lasciandovi entrare nel viaggio che ogni scrittore regala. Se questo si chiama recensire, allora recensisco. Cosa fa su MeLoLeggo? Quello che amo fare: immergermi in una storia di carta, con rispetto e onestà, affiancandomi con voi alle pagine e percorrendo lo stesso bellissimo sogno. Ogni scrittore partorisce le sue creature con amore e fatica, quello che possiamo fare è raccogliere la sua storia. Se una storia non piace non si può stroncarla, solo evitare di raccoglierla, no?

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