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I miei piccoli dispiaceri, di Miriam Toews

I miei piccoli dispiaceri
I miei piccoli dispiaceri

Ecco una nuova storia di Miriam Toews, sempre per quelli di Marcos y Marcos, che stavolta giunge in Italia grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli.

Questo nuovo romanzo prende ispirazione dalla vita della stessa autrice, la cui sorella si è suicidata nel 2010, e si intitola I miei piccoli dispiaceri ma piccoli, questi dispiaceri, non lo sono poi molto. Almeno per Elfrieda, una delle due sorelle protagoniste: donna bellissima, piena di risorse, con un senso dell’umorismo naturale e un incredibile talento per il pianoforte che le apre le porte delle sale da concerto di tutto il mondo. Non lo sono neanche per Yolandi, la sorella minore, che procede nella vita come meglio può, tra due figli avuti da altrettanti ex mariti, un paio di amanti, un nuovo libro in cantiere e nessuna idea del futuro.

Sorelle di sangue, le due donne scelgono di essere sorelle anche di vita, soprattutto quando Elfrieda decide che vivere è troppo doloroso, che il fragile pianoforte che sente avere dentro di sé sta per rompersi irrimediabilmente in mille pezzi e che il dolore è troppo forte per poter continuare a respirare. Come fare? Come cambiare? Che forma assume il dolore quando chi amiamo ci chiede di morire? E che forma assume l’amore, quando il desiderio dell’altro va contro ciò che riteniamo sia il suo bene?

Al centro della storia di Miriam Toews ci sono due sorelle, il tema dell’eutanasia, il dolore e l’amore in egual misura. Vi è anche la famiglia nel suo senso più stretto come nucleo primordiale degli affetti, origine di ogni male e bene, di ogni problema e soluzione. È nel tentare di discostarsi dai rigidi dettami dell’educazione mennonita che nasce la rivolta interiore di Elfrieda; è nell’empatia col padre e i suoi tristi umori che si misura la sua visione del mondo; è nell’imperitura forza della madre che ritrova la sua; è negli scambi con la sorella Yoli che pare trovare il suo rifugio per segreti e confessioni. Le persone altre sfumano, piccoli pianeti orbitanti attorno a legami forgiati dalla condivisione del quotidiano.

Miriam Toews è maestra della suggestione. Invita il lettore nel suo mondo senza preamboli, crea subito un legame emotivo, lo rende partecipe lavorando il tempo a suo piacimento e, imitando la vita, mischia nel presente narrativo ricordi e aneddoti trasformando il passato, in questo modo, in parte integrante dell’azione, dei personaggi che descrive, dell’ora. Di sottofondo il Canada, il freddo, la neve, il ghiaccio dei fiumi che lentamente si incrina, si spezza e preannuncia l’arrivo della primavera.

Le dico va bene, io me ne vado, ma domani torno.
Lei dice non trovi buffo come venga dato conto di ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno, mese, anno, come sia possibile nominarli quando invece il tempo, o la vita, sono così recalcitranti, così intangibili e sfuggenti? Questa cosa le fa provare pena per quelli che hanno inventato il concetto di ‘leggere l’ora’. Quanto ottimismo, dice. Quanta splendida futilità. Così perfettamente umano.
Ma Elf, dico, il fatto di non avere accesso ai criteri che ci aiutano a misurare le nostre vite non significa che le nostre vite non necessitino di essere misurate.
Può darsi, dice, ma non secondo una certa idea borghese della suddivisione temporale. È un modo fascista di organizzare una cosa – il tempo  – che per sua natura sfugge radicalmente a qualsiasi categoria o definizione.

Alice de Carli Enrico

Alice de Carli Enrico è traduttrice e giornalista freelance. Ha cominciato a leggere romanzi all'età di 8 anni e non ha più smesso. È appassionata di scrittura e lettura, dell'uso corretto della lingua italiana, di viaggi lunghi ed economici, del suono delle parole e di mari in tempesta. Ovunque vada porta sempre un libro con sé, l'unico oggetto in grado di renderla quieta anche nelle più improbabili situazioni. Cosa fa su MeLoLeggo? Scrive recensioni, dirige le pubblicazioni, revisiona racconti e romanzi dando la caccia all'errore con la meticolosità di un cecchino (a volte gli stessi scritti tremano dalla paura). Lavora tanto e consuma poco: necessita solo di una coperta, un divano e ovviamente un libro.

2 pensieri riguardo “I miei piccoli dispiaceri, di Miriam Toews

  • Quando si arriva a parlarne (cioè, se hanno consentito di sopravvivere) i dispiaceri sono comunque piccoli.
    Così come le “disavventure”, che una volta superate, nella narrazione diventano “avventure”.
    Complimenti per la bella recensione ed un cordiale saluto a te, Alice!

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