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Beautiful Music, di Michael Zadoorian

Beautiful Music è quello che dice di essere.

Un inno alla musica, alla vita.

Beautiful Music
Beautiful Music

La musica che aiuta a concentrarsi, a sfogare la rabbia quando ascolti rock a tutto volume, o a sentirti raccolto in te stesso in una mattinata uggiosa di novembre, sulle note di una canzone intimistica, o a farti accapponare la pelle nei ricordi di momenti che furono e che sono stati indissolubilmente segnati da quella – e solo da quella – colonna sonora.

Beautiful Music, romanzo di Michael Zadoorian uscito per quelli della Marcos y Marcos con traduzione di Claudia Tarolo, è la colonna sonora delle vicende di Daniel (Danny) Yzemski, ragazzino che cresce nella Detroit degli anni ’70, che mentre cresce goffo e impacciato incontra la droga, le pulsioni sessuali, le frustrazioni e le persecuzioni dei bulli. Ma, soprattutto, incontra la Musica.

Beautiful Music è anche l’incontro tra il piccolo Danny e le personalità controverse dei suoi genitori.

Papà Yzemski, che catechizza suo figlio sperando di dargli i suggerimenti giusti per crescere al meglio, ma muore all’improvviso lasciando un vuoto enorme nell’esistenza già confusa del figlio, e ancor di più affondando del tutto il fragile guscio che trasporta sua moglie, la madre di Danny, nelle durezze di una vita sbagliata. La mamma di Danny, vero co-protagonista del romanzo, sprofonda nella delusione, nell’alcolismo e nell’autolesionismo, convinta di essere lei a occuparsi del figlio, e non viceversa.

Danny si trova così a frequentare una scuola in cui subisce soprusi, conosce gli aspetti violenti delle lotte razziali e vive di piccole umiliazioni; il suo unico sfogo è l’amore crescente per i dischi e le trasmissioni radiofoniche e la insaziabile curiosità verso la musica rock.

La sua vita, però, non è solo questo. Dopo la scuola, Danny deve andare a lavoro, perché è compito suo occuparsi della casa, delle spese e impedire a sua madre di precipitare nel pozzo in cui si sta calando lentamente. La donna, di suo, ci aggiunge il considerarsi troppo inetta per cercarsi un lavoro, giustificando pertanto il suo vegetare.

L’esperienza come annunciatore alla radio della scuola è, per Danny, qualcosa di fenomenale. Ma anche questo si rivela solo un passaggio.

La realtà è molto più dura, e non si dissolve come la musica; i problemi restano, ti si appiccicano alla pelle e non vogliono abbandonarti, e aspettano anzi che sia tu stesso, da solo, a risolverli.

Alla fine, sarà quella forza interiore ispirata dalla musica a spingere il ragazzo contro tutte le difficoltà, a fargli credere ostinatamente che le cose si metteranno – e si mettono per davvero – per il meglio, offrendo a lui e a sua madre un’occasione di riscatto.

Sono disseminate, in alcune parti, delle toccanti lettere che Danny scrive al padre defunto. In una di queste, il ragazzo confessa la sua vera e indistruttibile fede nel potere della musica:

A scuola vado bene, ma conoscere la musica è la mia forza. So che non ti piacerebbe la musica rock, papà. È molto rumorosa, molto diversa da quella che ascoltavi tu. È tutto un grattare di chitarre, esplosioni di batteria e cantanti che urlano. Sono quel che tu definiresti una manica di casinisti. I musicisti hanno i capelli lunghi e prendono un sacco di droghe, a volte ne muoiono, addirittura. Li odieresti in blocco, ma non m’importa. A me piacciono. Voglio lavorare alla radio e far ascoltare musica rumorosa a tutti. C’è tanto rumore da sovrastare – parole cattive, voci maligne e idee stupide. Sono così stufo di sentirle. Farò quanto è in mio potere per diffondere qualcosa di positivo nell’etere

Detto questo, apriamo una pagina a parte. Vorrei aggiungere qualcos’altro. Impressioni positive e meno positive.

Beautiful music è un romanzo ambizioso ma le pagine più belle, se vogliamo, non sono quelle che parlano di musica. A mio giudizio, la cosa più riuscita in questo romanzo è il dialogo – spezzettato, assurdo, incoerente ma genuino – tra mamma e figlio. I loro litigi, le loro incomprensioni, la voragine in cui tutti e due rischiano di finire ma c’è sempre un qualcosa che li tira fuori, sono il vero punto forte. Che quel qualcosa, in fondo, sia proprio la musica?

Detto questo, sottolineo che di Zadoorian ho apprezzato molto In viaggio contromano (Leisure Seeker – edito da Marcos y Marcos, trad. di Claudia Tarolo), un romanzo che ha commosso un mondo di lettori – e anche me, ovviamente. Un romanzo sentito, poetico, dal tocco leggero su temi pesanti, tocco riuscitissimo.

Con Beautiful Music, invece, noto un leggero passo indietro. Il romanzo avrebbe potuto avere un senso più corposo e lasciarsi dietro la scia di profumo che portano con sé i grandi romanzi. Tutto ciò, e mi spiace dirlo, non è accaduto. Il romanzo non ha la stessa empatia, Daniel a volte dà l’impressione di essere un personaggio troppo pianificato, meno istintivo e realistico di quel che potrebbe – e dovrebbe essere. I dialoghi, a volte, li ho trovati asettici, specialmente quando la musica diventava argomento di conversazione. Non so se l’autore sia caduto vittima di troppo nozionismo, ma è come se appena si parla di musica, tutto inizi a sembrare troppo artificioso. Diciamo che, alla fine, quella musica la godi di più se leggi il testo come una sorta di saggio. Il romanzo, almeno per me, è un’altra cosa.

Se avete amato In viaggio contromano, troverete questo romanzo per lo meno diverso. Zadoorian sa scrivere, non lo metto in dubbio: in più punti di Beautiful Music si vede la sua maestria e qualche colpo da vero artista.

Io non ci ho trovato tutto quel che mi sarei aspettato di trovare.

Forse a voi andrà meglio.

Enzo D'Andrea

Enzo D’Andrea è un geologo che interpone alle attività lavorative la grande passione per la scrittura. Come tale, definendosi senza falsa modestia “Il più grande scrittore al di qua del pianerottolo di casa”, ha scritto molti racconti e due romanzi: “Le Formiche di Piombo” e "L'uomo che vendeva palloncini", di recente pubblicazione. Non ha un genere e uno stile fisso e definito, perché ama svisceratamente molti generi letterari e allo stesso tempo cerca di carpire i segreti dei più grandi scrittori. Oltre che su MeLoLeggo, scrive di letteratura sul blog @atmosphere.a.warm.place, e si permette anche il lusso di leggere e leggere. Di tutto: dai fumetti (che possiede a migliaia) ai libri (che possiede quasi a migliaia). Difficile trovare qualcosa che non l’abbia colpito nelle cose che legge, così è piacevole discuterne con lui, perché sarà sempre in grado di fornire una sua opinione e, se sarete fortunati, potrebbe anche essere d’accordo con voi. Ama tanto la musica, essendo stato chitarrista e cantante in gruppi rock e attualmente ripiegato in prevalenza sull’ascolto (dei tanti cd che possiede, manco a dirlo, a migliaia). Cosa fa su MeLoLeggo? cerca di fornire qualcosa di differente dalle recensioni classiche, preferendo scrivere in modo da colpire il lettore, per pubblicizzare ad arte ciò che merita di essere diffuso in un Paese in cui troppo spesso si trascura una bellissima possibilità: quella di viaggiare con la mente e tornare ragazzi con un bel libro da sfogliare.

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