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A galla, di Alessandro Toso

Un romanzo corale, e un coro di voci che sanno urlare lo stesso disagio. Ad ognuno il suo.

A galla
A galla

C’è tanto in gioco in questo romanzo: ci sono la realtà e tutte le sue sfumature, tutte le lotte e la dignità, la leggerezza e la sua voglia, la gioventù che spinge all’ideale velocemente e velocemente lascia che l’ideale si venda, per poi tornare indietro. C’è la cassa integrazione che inchioda gli operai di una fabbrica che toglie loro il fiato, ed ecco che per restare “a galla”, come ci ricorda Alessandro Toso nel romanzo che da questa espressione prende il titolo, ci si gioca tutto. C’è una realtà che conosciamo in tanti, l’azienda che va avanti a stento, il titolare che taglia sui costi, una commessa che sembra una promessa di salvezza e che porta con sé, trascinandole, le vite di tutto il coro che si dipana tra queste pagine che hanno il potere di non stancare mai, di non abbandonare mai il lettore, di tenerlo costantemente in attesa del risvolto della storia, delle mosse di ciascuno dei personaggi.

Il mondo del romanzo ruota intorno alla fabbrica, in quel territorio veneto fatto di padri al lavoro da sempre, che conoscono una sola via e una sola vita: quella della fatica, quella di una barriera che divide padri e padroni.  È un mondo che divide la vita tra chi ha il potere tra le mani, e chi il potere lo subisce.

Quando gli operai lanciano un ultimatum la decisione diventa dura, durissima, e trasformerà uno di loro nel leader di una lotta che tanto rassomiglia a quelle battaglie di un tempo, quelle in cui si combatteva per diritti e dignità, e che spesso risultano distorte dall’onta del denaro. Quello di Alessandro Toso è un mondo in cui ogni personaggio ha la sua verità, tanto da quasi non riuscire a inquadrare un colpevole. Ma un colpevole, alla luce delle ragioni di ognuno, esiste? Perché anche nella colpevolezza si riescono a scorgere barlumi di umanità, fatta talvolta anche e purtroppo di bassezze alle quali si cerca di non dar peso.

Tra i ringraziamenti, l’autore invia un bellissimo messaggio rivolto a tutti coloro che ricoprono posizioni di responsabilità: “ricordino che il potere di dare o togliere lavoro equivale a un piccolo diritto di vita o di morte”. Ci si ricorda di quanto questo sia vero ogni volta che si leggono le ultime notizie tra le pagine di cronaca. Alessandro Toso con questo suo secondo romanzo racconta una verità dolorosa e fin troppo quotidiana, scorci di umanità capaci di commuovere; ci regala pagine umane, che ispirano una riflessione, lasciandoci nell’attesa testarda che si compia una forma di giustizia che un racconto ci può regalare, ma che la vita spesso non può o non sa contemplare.

Stefania Castella

Mi chiamo Stefania e sono nata a Napoli da padre con occhi trasparenti e madre con lunghissimi capelli biondi e gonnellone hippy. Non so perché ve lo dico, solo perché tutti scriviamo dove nasciamo e nessuno da chi. Sono grafica pubblicitaria e soprattutto mamma a tempo pieno e indeterminato. Scrivo da quando ho imparato, leggo da sempre e ascolto da molto di più. Mi piace leggere e raccontare storie, dare voce. Scrivere è la mia esigenza, la mia necessità. Mi piace raccontare ciò che ho letto cercando di trasmettere l'emozione che ho provato, lasciandovi entrare nel viaggio che ogni scrittore regala. Se questo si chiama recensire, allora recensisco. Cosa fa su MeLoLeggo? Quello che amo fare: immergermi in una storia di carta, con rispetto e onestà, affiancandomi con voi alle pagine e percorrendo lo stesso bellissimo sogno. Ogni scrittore partorisce le sue creature con amore e fatica, quello che possiamo fare è raccogliere la sua storia. Se una storia non piace non si può stroncarla, solo evitare di raccoglierla, no?

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